giovedì 7 agosto 2014

Sunitinib o Sutent

Il sunitinib, comunemente noto con il nome commerciale di Sutent®, è una sostanza che appartiene alla classe degli inibitori della crescita tumorale.Il sunitinib si utilizza attualmente per il trattamento dei tumori stromali del tratto gastrointestinale non operabili e/o metastatici che non hanno risposto ad altre terapie, e per il trattamento del carcinoma renale avanzato e/o metastatico.Il sunitinib si somministra per bocca.

EFFETTI COLLATERALI

Le reazioni ai farmaci variano da individuo a individuo: alcuni pazienti accusano pochissimi effetti collaterali, altri, invece, devono sopportare conseguenze più pesanti.

 Problemi digestivi o gastrointestinali, quali: 
  • nausea e vomito: la nausea è uno degli effetti collaterali piu’ frequenti, a volte accompagnata da vomito e/o dolore addominale. Può essere controllata con farmaci antiemetici. Si ricorda di evitare il pompelmo (sia i frutto, sia il succo) mentre si è in terapia con Sutent,
  • diarrea, si può controllare con appositi farmaci, ma è importante bere molto per reintegrare i liquidi perduti (meglio bere molto poco e sovente, in caso di vomito),
  • stomatite: infiammazione della mucosa della bocca, quasi sempre dolorosa. Spesso è localizzata alle gengive, che diventano sanguinanti, o alla lingua. Può includere afte (ulcerazioni dolorose che creano difficoltà all’alimentazione e alla deglutizione),
  • cattiva digestione (dispepsia) e stomaco indisposto: effetti piuttosto comuni nei trattamenti anti-cancro,
Affaticamento: la sensazione soggettiva di mancanza di forze è una condizione molto diffusa in conseguenza di terapie antitumorali.

Alterazione del colore della pelle o dei capelli (depigmentazine): questo effetto non è dannoso, ne’ doloroso. E’ reversibile quando si sospende la terapia (Sutent viene attualmente somministrato in cicli di 6 settimane che prevedono 4 settimane di terapia, seguite da 2 settimane di sospensione).
E’ anche possibile sperimentare secchezza, ispessimento o screpolatura della pelle, vesciche o esantema sul palmo delle mani e sulla pianta dei piedi.

Cambiamenti nel gusto (disgeusia): potreste notare alterazione del gusto di cibi e bevande.

Ipertiroidismo: diverse osservazioni hanno evidenziato l’insorgenza di questo effetto collaterale, con aumento del disturbo legato alla durata del trattamento.  Poiché la disfunzione della tiroide è facilmente trattabile, non rappresenta di per sé un motivo per abbandonare la terapia con Sutent e i pazienti in cura devono essere monitorati con regolarità per verificare l’eventuale insorgenza di questo effetto.

Altri effetti meno comuni sono:

- edema periorbitale (gonfiore intono agli occhi): è un disturbo non dannoso anche se esteticamente talora sgradevole. L’applicazione di compresse fresche sugli occhi, specialmente al mattino, può essere d’aiuto;
- sanguinamento dal naso;
- “fiato corto”,
- gonfiore ai piedi e alle caviglie,
- pressione arteriosa in aumento (ipertensione) 

Stipsi: questo effetto è molto raro ma l'ho scritto per esperienza personale.



mercoledì 6 agosto 2014

Masitinib

Attualmente questo farmaco è in fase sperimentale.
In rete non si trovano molte notizie proprio per questo motivo, così ho deciso di raccontare la nostra esperienza.

Per cominciare bisogna rientrare nel programma di sperimentazione, il protocollo prevede dei requisiti imprescindibili per essere ammessi:
  1. Il Gist deve aver sviluppato resistenza al Glivec.
  2. L'emoglobina deve avere almeno valore pari a 10 o più.
  3. Le difese immunitarie devono essere almeno a 1500
Sicuramente ci saranno anche altri parametri da rispettare ma, almeno nel caso di mia madre, i valori che hanno dato più problemi e che sono sicuramente i più importanti, sono stati questi.

Una volta che gli U.S.A. ti ammettono al protocollo si inizia la terapia.
A mia madre hanno dato subito la dose massima di attacco 4 pastiglie al giorno ed ogni 2/3 giorni aveva il controllo di routine con esami del sangue,pressione e visita ed una volta al mese aveva il controllo per il protocollo da mandare negli U.S.A. e ogni 3 mesi tac e risonanza magnetica.
Purtroppo la dose massima era troppo debilitante per mia madre così dopo poco tempo sono passati a 3 pastiglie al giorno.
Dopo otto mesi la terapia ha smesso di funzionare, il tumore si è ingrandito ed è stata estromessa dal protocollo sperimentale.

EFFETTI COLLATERALI

  • Diarrea
  • Nausea e vomito
  • Inappetenza
  • Ritenzione idrica localizzata soprattutto sul viso e gambe
  • Secchezza della pelle
  • Modificazioni della cute. La terapia può causare un’eruzione cutanea, simile ad un ustione solare che può dare prurito ed essere soggetta a modesta desquamazione
Spero che queste informazioni possano essere utili.
Se chi legge questo articolo sta vivendo la stessa esperienza ed ha riscontrato altri effetti collaterali sarebbe molto bello se lo scrivesse nel forum o a me in privato e provvederò ad aggiornare il post.

lunedì 14 luglio 2014

Lo sapevate che...LA GRAVIOLA

La graviola è un frutto di grandi dimensioni, il cui peso può raggiungere i 2 chilogrammi.
La sua buccia è verde, mentre la sua polpa è di colore giallo. Si tratta di un frutto tropicale dalla polpa molto morbida, che può essere tagliato a metà e gustato direttamente con un cucchiaino, oppure utilizzato per la preparazione di frullati, operazione che avviene abitualmente in regioni come la Colombia e il Brasile.
Non soltanto il frutto, ma anche le foglie, la corteccia e le radici dell'albero che dà origine alla graviola vengono utilizzati per la preparazione di rimedi fitoterapici. Ciò avviene poiché sia nel frutto che nella pianta sono stati individuati da parte degli esperti delle sostanze benefiche, già diventate oggetto di studi clinici tesi a valutarne l'efficacia nella cura delle malattie.

Proprieta' anticancro

Sin dal 1940 sono stati eseguiti studi sia da parte della medicina convenzionale, che per quanto concerne la medicina naturale, riguardanti le proprietà anticancro della graviola. Alcuni componenti bioattivi contenuti all'interno di essa sarebbero in grado di contrastare l'azione delle cellule cancerogene, senza intaccare le cellule sane.
Da parte dell'Università di Purdue, nell'Indiana, sono stati realizzati degli studi sovvenzionati da istituti statunitensi per la ricerca sul cancro, al fine di stabilire l'efficacia della graviola nella lotta contro il cancro e di individuarne i principi attivi. La speranza è che gli studi scientifici possano proseguire in tal senso fino all'individuazione di una corretta modalità di utilizzo fitoterapico della graviola al fine di contrastare i tumori.

Proprieta' antidepressive e antibatteriche

A questo frutto tropicale vengono inoltre attribuite proprietà antidepressive, per via degli alcaloidi presenti all'interno di esso. Anche da questo punto di vista la graviola viene sottoposta a studi scientifici, in modo da verificarne l'efficacia e da individuarne le possibili applicazioni. Alla graviola potrebbero essere inoltre riconosciute ufficialmente proprietà antibatteriche e antimicrobiche, che aprirebbero un nuovo fronte dal punto di vista dell'applicazione del frutto e della pianta per il mantenimento di una buona salute.
Graviola proprieta infografica

Principi attivi

Nella graviola, sotto forma di integratore, viene registrata la presenza dei seguenti principi attivi. Si tratterebbe di sostanze antiossidanti e selettivamente citotossiche per le cellule tumorali


Per leggere l'articolo completo vi rimando a questo link la graviola

venerdì 11 luglio 2014

Sperimentazione nuovi farmaci

Ci sono studi clinici in cui si sperimentano nuovi farmaci in prima o seconda linea, nella speranza che questi possano dare risultati migliori di quelli che si stanno ottenendo con le terapie standard. 
Gli studi clinici sono classificati secondo quattro Fasi, le cui definizioni, di seguito riportate, sono fornite dall’NCI (National Cancer Institute ).

  •  Fase I: sono il primo passo nella sperimentazione di un nuovo farmaco negli esseri umani. Si studia il miglior modo di somministrazione del farmaco (per es. per bocca, per somministrazione endovenosa, per iniezione) e la dose ottimale. La dose è di solito aumentata poco alla volta per trovare la dose massima che non provochi effetti collaterali nocivi. Poiché poco si sa circa i rischi e i benefici dei trattamenti che sono sperimentati, gli studi clinici di Fase I includono di solito un piccolo numero di pazienti.Obiettivo: valutare per la prima volta se la sostanza è tossica nell'uomo e qual è la dose soglia oltre la quale è meglio non andare. Poiché lo scopo non è quello di curare la malattia, i volontari selezionati possono anche essere soggetti sani (quasi mai per i farmaci antitumorali) e poco numerosi (qualche decina).
  •  Fase II studiano la sicurezza e l’efficacia di un farmaco, valutano se il nuovo trattamento ha un effetto antitumorale (per esempio se riduce la dimensione del tumore o migliora i risultati delle analisi del sangue).Lo scopo di questa tappa è ancora diverso: si vuole, per la prima volta, verificare se effettivamente la cura è attiva contro la malattia per la quale è stata inventata, per cui si selezionano pazienti (in genere non più di un centinaio) il più possibile simili tra loro per caratteristiche individuali e della patologia. In questo modo i dati ottenuti sono chiaramente interpretabili. Anche in questa fase si fa attenzione a eventuali effetti collaterali e tossici.
  •  Fase III confrontano i risultati ottenuti dalle persone che assumono il nuovo farmaco con quelli delle persone che fanno il trattamento standard (per vedere per esempio quale gruppo ha una percentuale di sopravvivenza maggiore o minori effetti collaterali). In molti casi gli studi passano alla Fase III solo dopo aver registrato risultati positivi negli studi di Fase I e II. Studi di Fase III possono includere centinaia di pazienti.Solo facendo crescere il numero di persone sottoposte alla sperimentazione (sempre però nell'ambito di un preciso protocollo) è possibile verificare se essa è veramente efficace e se esistono effetti collaterali rari, che difficilmente si possono scoprire finché la cura è somministrata a poche persone. A questo punto tutta la documentazione viene portata dalla casa farmaceutica detiene il brevetto del nuovo farmaco all'ente regolatore, che la esamina e approva la messa in commercio.
  •  
    Fase IV: dopo che un trattamento è stato approvato ed è in commercio, in uno studio di Fase IV si valutano gli effetti collaterali che non erano evidenti nello studio di fase III. Migliaia di persone sono coinvolte in uno studio di fase IV.Ora la nuova cura è a disposizione di tutti, ma non viene abbandonata a se stessa: poiché possono comparire effetti collaterali rarissimi, nell'ordine di un caso su milioni di utilizzatori, è stata istituita la cosiddetta fase 4, chiamata anche sorveglianza postmarketing. Qualsiasi effetto collaterale, sia pur minimo e non notato nelle fasi precedenti, viene segnalato alle autorità che ne considerano l'importanza ed eventualmente cambiano le indicazioni o il foglietto illustrativo del farmaco, o, in casi veramente estremi, dispongono il ritiro della cura dal commercio

mercoledì 9 luglio 2014

Intervenire chirurgicamente

L’asportazione del tumore è il trattamento primario per i GIST.
I tumori di piccole dimensioni possono essere asportati anche con chirurgia laparoscopica. Nel caso in cui il GIST sia di grosse dimensioni oppure sia aderente ad altri organi, il chirurgo può eseguire un intervento maggiormente demolitivo, asportando parzialmente o integralmente gli organi interessati insieme con il tumore primario.


La chirurgia rappresenta il trattamento principale della malattia localizzata. L'obiettivo della chirurgia è la rimozione completa di tutto il tumore visibile ed essa può rivelarsi risolutiva in piu’ del 50% dei casi. A seconda del grado di rischio di recidiva, che può essere stimato dopo l’intervento chirurgico, è possibile che venga somministrata una terapia adiuvante con Imatinib per la durata di 3 anni. La terapia adiuvante (cioè data in via precauzionale, in assenza di malattia residua dopo l’operazione) ha lo scopo di ridurre il rischio di ripresa della malattia, anche se non può eliminare completamente questo rischio. Pertanto la malattia può ripresentarsi negli anni successivi all’intervento chirurgico.Per i GIST con metastasi a distanza la sola chirurgia non dà invece buoni risultati e in altri casi essa risulta non fattibile per l'estensione del tumore primitivo. Inoltre, i GIST sono resistenti alla chemioterapia convenzionale.

Il Glivec o Imatinib

Il Glivec venne approvato nel 2001 negli USA dalla FDA e Glivec - imatinib
il 7 novembre 2001 la Commissione europea ha rilasciato alla Novartis Europharm Limited un'autorizzazione all'immissione in commercio per Glivec, valida in tutta l'Unione europea. Tale autorizzazione è stata rinnovata il 7 novembre 2006.

Come agisce? 

Una
terapia innovativa promettente farmacologica: l’Imatinib blocca specificamente l’enzima alterato KIT, che è coinvolto nella crescita incontrollata delle cellule tumorali, e il recettore per il PDGF, che è un altro enzima che può essere collegato, in alcuni casi, alla proliferazione dei GIST. Si parla di «terapia molecolare mirata» a proposito di Imatinib proprio perché la sua azione, analogamente ad altri farmaci, è specifica verso bersagli molecolari molto importanti per la proliferazione della cellula tumorale.

Effetti collaterali?

  • nausea e vomito: la nausea è uno degli effetti collaterali piu’ frequenti, a volte accompagnata da vomito e/o dolore addominale.Per alcune persone, prendere la medicina a stomaco pieno, insieme con il pasto o subito dopo serve a ridurre il disturbo. Si ricorda di evitare il pompelmo (sia il frutto, sia il succo) mentre si è in terapia con Glivec,
  • ritenzione idrica, con gonfiore delle caviglie, gonfiore intono agli occhi e del viso: è un disturbo abbastanza comune, non dannoso anche se esteticamente talora sgradevole, che in genere si risolve da sé.
  • diarrea, si può controllare con appositi farmaci, ma è importante bere molto per reintegrare i liquidi perduti (meglio bere molto poco e sovente, in caso di vomito),
  • esantema cutaneo (eruzione cutanea con macchie o vescicole o prurito): alleviabile con antistaminici o pomate specifiche per l’idratazione della pelle, a seconda dell’intensità ed estensione, sempre sotto guida medica,
  • astenia (insufficiente reazione agli stimoli caratterizzata da indebolimento generale), affaticamento e spossatezza possono essere frequenti,
  • crampi muscolari
  • indebolimento dei capelli: alcuni pazienti hanno riportato questo fenomeno, con un generale indebolimento e un’aumentata perdita di capelli. Anche questo effetto, laddove si è verificato, è stato temporaneo e limitato ai primi mesi di trattamento.
  • Glivec - imatineutropenia (basso livello del numero di globuli bianchi che combattono l'infezione)
  • trombocitopenia (basso numero di conta delle piastrine)
  • anemia (diminuzione del numero di globuli rossi)


Potrebbe interessarti: http://www.my-personaltrainer.it/farmaci/glivec.html
Inoltre, vi può essere:
  •  tossicità epatica (per esempio, con aumento delle transaminasi), che talvolta può compromettere la somministrazione regolare della terapia. I pazienti con malattie del fegato, o condizioni di rischio in tal senso (infezioni da virus dell'epatite) possono richiedere una particolare attenzione da parte dell'epatologo, ed eventualmente anche trattamenti epatologici specifici.
 Infine, non si conoscono gli effetti di Glivec in gravidanza e allattamento: pertanto, questo farmaco non deve essere usato durante la gravidanza o in donne che non fanno uso di un contraccettivo adeguato. Alle donne in età fertile si consiglia di evitare gravidanza e allattamento quando sono in trattamento con Glivec. Anche la fertilità maschile può essere compromessa dal farmaco.

Come sempre tutte le informazioni riportate in questo articolo, semplificate e sintetizzate, sono state prese dai siti ufficiali che trovate nella pagina LINK.

martedì 8 luglio 2014

Il Gist

Non starò qui a spiegare con termini medici cos'è il Gist poichè penso che se siete capitati in questo blog è perchè cercate informazioni chiare,semplici e riassuntive.
Per cui mi limiterò a dare una semplice definizione del tumore per sapere di cosa stiamo parlando,quando è stato scoperto e cosa provoca.

Che cos'è e quando è stato scoperto?

I GIst appartengono a una categoria di tumori chiamati sarcomi dei tessuti molli. I sarcomi sono tumori rari, derivanti da “cellule mesenchimali” (è un tipo di cellula staminale adulta, immatura e indifferenziata) che originano il tessuto connettivo (muscolare, adiposo, nervoso, delle pareti vascolari, osseo e cartilagineo).
Solo nel 1998 si e’ scoperto che quasi tutti i Gist esprimono una proteina (o recettore, o enzima) chiamata KIT (oppure CD117) e che molti tumori Gist mostravano delle mutazioni genetiche in questa proteina. Prima di allora non era noto che i Gist erano fondamentalmente diversi da altre patologie addominali.
I termini KIT, c-Kit oppure CD117 vengono usati indifferentemente.
L’insorgenza dei GIST è verosimilmente collegata a una specifica alterazione nel DNA,che comporta l’attivazione costante di un enzima, un recettore chiamato KIT ovvero cd117.
Il recettore KIT  appartiene alla famiglia delle tirosina chinasi ed è responsabile dell’invio di segnali di crescita e di sopravvivenza che partono dalla membrana e arrivano all’interno della cellula. Se è attivato, la cellula rimane viva e cresce o prolifera, anche quando normalmente non lo farebbe.
Circa la metà dei GIST si sviluppa nello stomaco e quasi il 30% nell’intestino tenue. Meno del 20% origina nell’esofago, nel colon e nel retto. Talvolta i GIST si sviluppano al di fuori del tratto intestinale, comunque nell’addome.

Come si manifesta?
Nelle sue fasi iniziali il tumore stromale gastrointestinale può essere completamente asintomatico e succede a volte che venga scoperto in modo del tutto casuale nel corso di esami eseguiti per altre ragioni. Nelle fasi più avanzate è invece possibile che si manifestino alcuni sintomi tipici, soprattutto: 
  • il sanguinamento: può succedere quindi di vedere sangue che fuoriesce dalla bocca (nel vomito) o dall'ano, mentre in altri casi il sanguinamento è minimo e non visibile, ma può dare origine nel tempo ad anemia e di conseguenza a un senso di spossatezza piuttosto serio. 
  • dolore o disturbi all'addome 
  • presenza di una massa addominale
  • vomito e nausea
  • senso di sazietà precoce
  • perdita di appetito e di peso e spossatezza
La presenza di questi sintomi può essere legata a molte altre cause diverse dal GIST - che è una malattia rara e per questo motivo è sempre necessario rivolgersi al medico per chiarire ogni dubbio.

Prevenzione

Dal momento che per questo tumore raro non sono stati identificati fattori di rischio modificabili, legati a stile di vita o ambiente, non è possibile stabilire un'efficace strategia di prevenzione.

Tutte le informazioni presenti in questo post le ho riportate riassumendo e semplificando gli articoli che trovate nella versione integrale nei link che ho pubblicato nella pagina apposita.